Cosa si intende per gestione di portafoglio
La gestione del portafoglio è il processo di costruzione e supervisione di un insieme di investimenti, denominato appunto portafoglio, al fine di raggiungere obiettivi finanziari specifici e determinati a priori.
Le tipologie di investimenti incluse nel portafoglio di un investitore possono variare e includono categorie quali: azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento e immobili.
I gestori di portafoglio utilizzano una gamma di tecniche e strategie per prendere decisioni informate su quali investimenti includere nel portafoglio, su come ribilanciare il portafoglio, su come allocare le attività e gestire il rischio.
Nel complesso, lo scopo finale della gestione del portafoglio è quello di aiutare gli investitori a raggiungere i propri obiettivi finanziari e aumentare la propria ricchezza nel tempo.
L’obiettivo della gestione del portafoglio
L’obiettivo della gestione del portafoglio e del ribilanciamento del portafoglio è massimizzare i rendimenti e minimizzare i rischi selezionando un mix diversificato di investimenti che si allineano con gli obiettivi finanziari e la tolleranza al rischio.
Il processo di gestione del portafoglio tipicamente impiegato nella consulenza fee-only viene svolto per gradi e può descritto come segue:
- Identificare e analizzare gli obiettivi finanziari, la tolleranza al rischio e l’orizzonte di investimento dell’investitore.
- Sviluppare un portafoglio di investimenti diversificato che si allinei con gli obiettivi finanziari (in termini di rendimento) e la tolleranza al rischio dell’investitore.
- Monitorare e ribilanciare regolarmente il portafoglio per mantenere il profilo di rischio/rendimento desiderato e per adattarsi alle mutevoli condizioni di mercato.
- Comunicare con l’investitore, fornire indicazioni e consigli continui per aiutarlo a raggiungere i propri obiettivi finanziari ed integrare eventuali cambiamenti intercorsi dall’inizio della gestione.
Nel complesso, l’obiettivo della gestione del portafoglio è quello di aiutare gli investitori a raggiungere i gli obiettivi finanziari creando e mantenendo un portafoglio di investimenti ben bilanciato e diversificato.
L’obiettivo della gestione del portafoglio può anche essere descritto in maniera più formale, come nel caso della gestione di portafoglio per un fondo pensione, ma la sostanza non cambia. Gestione del portafoglio in questo caso è massimizzare il ritorno sull’investimento (ROI: Return On Investment) per un dato livello (denominato budget) di rischio.
In generale le tecniche impiegate nel processo di gestione del portafoglio sia per investitori istituzionali che privati al fine di massimizzare le probabilità di successo sono le seguenti:
- Asset allocation: ossia l’allocazione delle attività o attivi, comporta la divisione del portafoglio di investimenti tra diverse classi di attività, come azioni, obbligazioni e valute, al fine di massimizzare i rendimenti combinando le attività fra loro e ridurre al minimo il rischio.
- Diversificazione: comporta l’investimento in un’ampia gamma di attività per ridurre l’impatto della scarsa performance di una singola attività sul portafoglio complessivo.
- Ribilanciamento: implica l’adeguamento periodico dell’allocazione delle attività in un portafoglio per mantenere il livello desiderato di rischio e rendimento dal momento che le attività e i rischi ad esse correlate mutano costantemente.
- Copertura o hedging: comporta l’utilizzo di strumenti finanziari, come i derivati, o di attività de-correlate per ridurre il rischio di perdita derivante da un investimento.
Tipologie di gestione del portafoglio
Le strategie perseguibili per ottenere l’obiettivo di massimizzare i rendimenti e minimizzare i rischi sono molteplici e nel corso degli anni c’è stata una profonda evoluzione verso approcci alla finanza e alla gestione del portafoglio sempre più scientifici e quantitativi. Ciò nonostante, la finanza non sarà mai una scienza completamente quantitativa per due motivi principalmente: le regole che governano i mercati finanziari non sono statiche ma cambiano costantemente al variare degli equilibri economici; e la componente emotiva dei partecipanti al mercato è difficilmente parametrabile.
Alcune strategie e metodologie si sono affermate nel corso degli anni, esse vanno viste come delle regole a cui attenersi per mantenere il controllo della gestione di portafoglio ed evitare che alcune componenti sfuggano al controllo del gestore. L’asset liability management, ad esempio, ossia la gestione delle attività e delle passività, viene utilizzata dalle istituzioni finanziarie quali banche, fondi pensione e assicurazioni per gestire i rischi associati alle proprie posizioni debitorie e alle relative scadenze. Gestire le attività in un’ottica di questo tipo è totalmente differente dal farlo per un investitore privato o per chi non ha una posizione debitoria da considerare.
In linea generale le tecniche della gestione del portafoglio si manifestano nelle scelte di asset allocation (ossia, che percentuali di azionario e obbligazionario) che come abbiamo visto saranno una conseguenza degli obiettivi prefissati e del livello di rischio (o budget di rischio per un istituzione). Tuttavia, ci sono due macro-aree che vanno tenute ben distinte quando si parla di asset allocation: quella stategica e quella tattica.
L’asset allocation strategica è l’approccio a lungo termine alla gestione del portafoglio che prevede la definizione di un’allocazione target per diverse classi di attività e il ribilanciamento periodico del portafoglio per mantenere l’allocazione desiderata. Asset allocation strategica significa in altre parole fissare i parametri minimi e massimi per un asset class (ad es. per l’azionario minimo 30% massimo 60%) e gli strumenti utilizzati per riprodurre quell’asset class (ad es. etf piuttosto che fondi).
L’asset allocation tattica è l’approccio alla gestione del portafoglio che prevede l’effettuazione di aggiustamenti a breve termine dell’asset allocation strategica in base alle condizioni di mercato e ad altri fattori determinati dal gestore (esposizione a determinati settori, ad es. tecnologia o energia, o segmenti di mercato quali le aziende a bassa capitalizzazione, le small cap). Questa tecnica si basa sulla convinzione che le condizioni di mercato e altri fattori possano influire sulla performance di diverse classi di attività e che apportare modifiche tempestive possa migliorare i rendimenti e ridurre il rischio.
La gestione di portafoglio può essere quindi declinata in vari modi e impiegando diversi gradi di complessità ma a livello generale una gestione efficace non può prescindere da componenti sia strategiche che tattiche pena la sofferenza della performance durante particolari periodi di mercato come ad esempio nelle crisi finanziarie. Per questo motivo la massima espressione della gestione di portafoglio è nella gestione dinamica, che equilibra le componenti passive, di replica degli indici e delle regole strategiche, e quelle attive-tattiche; gli obiettivi di lungo periodo e le esigenze di breve.
L’asset allocation dinamica è una combinazione di asset allocation strategica e tattica, in cui il portafoglio viene ribilanciato periodicamente sulla base di traguardi e obiettivi a lungo termine, ma tiene anche conto delle condizioni di mercato a breve termine e di altri fattori.
Questa metodologia, da noi studiata e utilizzata, si basa sulla convinzione che la combinazione di prospettive a lungo termine e a breve termine possa fornire un approccio equilibrato alla gestione del portafoglio, migliorare i rendimenti e ridurre il rischio. La gestione dinamica è particolarmente adatta alla gestione dei grandi e piccoli patrimoni, in quanto viene posto l’accento sul risk management, la gestione del rischio e di conseguenza sulla protezione del capitale. Al deteriorarsi della situazione di mercato la componente tattica prevederà un rapido disinvestimento di tutte le attività ad alta volatilità e una conseguente riduzione drastica del rischio generale del portafoglio. In questo articolo di approfondimento analizziamo questi meccanismi nel dettaglio.
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