Per gli investitori le commodities rappresentano un importante strumento di diversificazione del portafoglio, un modo di esporsi oltre gli investimenti tradizionali.
Sono importanti in alcune fasi del ciclo economico nell’ambito di una strategia complessiva di portafoglio in modo da ottenere un beneficio di diversificazione e conferire stabilità al rendimento complessivo.
Cosa sono le commodities
Le commodities, ossia le materie prime, hanno una definizione ampia. Per commodities si intendono infatti i beni che vengono utilizzati nei processi produttivi o che possono venire interscambiati nel commercio con altri beni dello stesso tipo. Un barile di petrolio può essere scambiato con un altro barile di petrolio, non c’è differenza. Le commodities si distinguono in hard e soft commodities.
Per commodities di tipo hard si intende ciò che viene estratto dal suolo o da altre risorse naturali: il petrolio, l’oro, e in generale tutto quello che è legato all’energia ai metalli industriali e ai metalli preziosi.
Per commodities di tipo soft si intendono invece prodotti agricoli come lo zucchero o il caffè o ciò che deriva dal bestiame come la carne suina.
Cosa significa investire in materie prime
Un tempo l’investimento in commodities era riservato agli specialisti, oggi tuttavia è molto più semplice farlo.
Fatta eccezione per alcuni trader professionisti, nessuno compra e vende direttamente le commodities. Nessuno compra un barile di petrolio e se lo fa consegnare per poi rivenderlo. Nella maggior parte dei casi dunque non si acquista direttamente il prodotto, ma uno strumento finanziario che ne replica l’andamento.
I modi per investire in commodities sono:
- Investimento in contratti futures su commodities o attraverso altri derivati come le opzioni e i CFD (Contract for Difference);
- L’acquisto di un fondo che può essere un fondo comune, un ETF (Exchange Traded Fund) o un ETC (Exchange Traded Commodity);
- L’acquisto di azioni di società che hanno un’esposizione al mercato delle commodities. In questo caso non si compra veramente una commodity, ma una proxy e subentra la logica dell’investimento in una singola azione. Comprare il titolo di una società mineraria specializzata in estrazione di oro non significa esattamente investire oro, bisogna considerare le componenti di rischio specifico relative alla società.
La caratteristica principale delle commodities come tipologia di strumento di investimento è la volatilità: più ampia rispetto a quella del mercato azionario. I movimenti di prezzo tendono ad essere quindi più bruschi e profondi sia al rialzo che al ribasso, cosa che le ha rese da sempre uno strumento favorito dai trader, più orientati al breve termine e interessati a ciò che offre forti oscillazioni di prezzo. La maggior volatilità deriva dal contesto che governa la loro domanda e offerta, spesso impattata da fattori naturali e imprevedibili come il clima, i disastri naturali e non solo.
Un’altra caratteristica delle commodities è quella di esibire, in dati momenti, un importante correlazione con i tassi d’interesse. Questo aspetto rende l’investimento in commodities uno strumento di protezione dall’inflazione.
Qual è la quota di investimento ottimale di commodities da detenere in un portafoglio?
Per le loro caratteristiche in termini di volatilità è consigliabile non superare il 15% del portafoglio in termini di esposizione massima, con un range che solitamente va dal 5% al 10%. Va notato però che spesso si esclude dal conteggio la percentuale devoluta all’investimento in oro, più simile ad una valuta che non ad una commodity vera e propria, in termini di movimenti di prezzo e volatilità.
Quali materie prime scegliere
Le materie prime più scambiate sono oro, argento, petrolio, gas naturale, e caffè. Ognuna di esse ha delle caratteristiche molto specifiche è può essere utile in particolari fasi del ciclo economico.
Si vuole scommettere sull’inflazione? Petrolio. Ci si vuole proteggere dalla perdita di potere d’acquisto o scommettere sul movimento dei tassi reali? Oro e argento (che sono molto diversi tra loro pur essendo entrambi classificati come metalli preziosi). Si vuole speculare su fattori climatici o altro? Caffè e Gas naturale.
Nulla spiega meglio di un’immagine ciò che abbiamo descritto a proposito delle caratteristiche implicite di questo mercato. Si osservi nel grafico qui in basso l’andamento delle principali commodities a partire dall’inizio degli anni 2000.
Si noti come l’indice S&P 500 a confronto sembri muoversi in una linea crescente ma relativamente stabile a differenze dei movimenti, veramente estremi in alcune fasi, delle materie prime (cliccare sul grafico per ingrandirlo).
Investimento da ponderare con un professionista
In conclusione, si tratta di un mercato dominato da forte volatilità, che può aver senso in determinati momenti, ma solo se all’interno di una ben precisa strategia complessiva di portafoglio e con la supervisione di un solido processo d’investimento in grado di monitorare cambiamenti bruschi e campanelli d’allarme.
Basta osservare il grafico precedente per rendersi conto dell’impatto che un movimento non monitorato al ribasso in una commodity può avere, anche se la percentuale relativa in portafoglio è molto contenuta. Perdere l’80% di un investimento che pesa il 5% significa perdere il 4% del valore totale di portafoglio. Movimenti del genere vanificherebbero il risultato di tutti gli altri investimenti.
Quindi la nostra raccomandazione è ricordare sempre che rendimento e rischio vanno di pari passo, e non è possibile avere l’uno senza l’atro.
Maneggiare con cautela ed evitare a tutti i costi il fai da te.
Un consulente finanziario indipendente sarà in grado di valutare le caratteristiche specifiche e personali del patrimonio di ciascuno e di capire se il mercato delle commodities, date le prospettive future e la congiuntura macroeconomica, può rappresentare un valido strumento.
Se sei interessato a questo tipo di mercato e vuoi capire se è un investimento adatto a te puoi richiedere un incontro di approfondimento.
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