Il dollaro continua a dominare il mondo finanziario e tutto il resto sembra passare in secondo piano in questo momento.
Non vuol dire che non ci siano movimenti importanti nelle altre asset class ma, data la struttura delle correlazioni che stiamo osservando da marzo ad oggi, è chiaro che ci sono principalmente due fasi che si alternano:
- Euro-Dollaro in rialzo: azionario in rialzo, materie prime in rialzo
- Euro-Dollaro in ribasso: azionario in ribasso, materie prime in ribasso
L’euro rappresenta la principale valuta contro cui il dollaro viene scambiato (57.6%) e quindi l’euro-dollaro è spesso un buon indicatore dei movimenti del dollaro. Le restanti valute principali sono yen (13.6%), sterlina (11.9%) e dollaro canadese (9.1%).
Su un orizzonte di 90 giorni, che viene aggiornato quotidianamente, continuiamo ad osservare un’impressionante correlazione negativa tra dollaro e le principali asset class:
- -0.93 S&P500
- -0.79 Indice Globale Materie Prime
- -0.93 Oro
Quando il dollaro scende le altre asset class salgono e viceversa. (Se il dollaro scende l’euro-dollaro sale. Da noi l’euro è la valuta domestica è quindi normale guardare alla quotazione euro-dollaro e non dollaro-euro)
E l’obbligazionario?
Possiamo osservare l’effetto dell’intervento continuo delle banche centrali sul mercato, qui sotto il tasso 10 anni U.S., un mercato in cui la volatilità è molto compressa e i movimenti si racchiudono in una manciata di punti base.

Avevamo scritto un mese fa in questo articolo sull’euro-dollaro. Avevamo parlato della rottura di un trend importante e avevamo sottolineato che, date la forza e la velocità del movimento, vedevamo un’ampia possibilità di tornare a testare il supporto al ribasso nell’area 1.16-1.17.
Oggi siamo esattamente in fase di test del supporto tra 1.16 e 1.17 con conseguenze importanti sui portafogli.
Chi ha commesso l’errore di inseguire il mercato vendendo dollari e comprando euro in area 1.20 oggi si sente un po come El Indio prima di affrontare Clint Eastwood.

E chi è ancora troppo esposto al dollaro in portafoglio, sia valuta dollaro sia asset class esposte al dollaro senza copertura del rischio di cambio, sta avendo una seconda possibilità di correggere il tiro se pensa che il cambio euro-dollaro salga nel medio-lungo termine. Cliccare sui grafici per ingrandirli.


La cosa interessante tuttavia è rappresentata dal movimento delle altre asset class e ritorniamo al discorso delle correlazioni.
Il movimento al ribasso del cambio euro-dollaro delle ultime settimane è coinciso con una “dovuta” correzione dell’azionario di -6%, e dell’oro di -10%. Dico dovuta perché entrambe le asset class avevano corso molto durante l’estate portando gli indicatori tecnici alla soglia dell’ipercomprato su orizzonti temporali di breve periodo.
Quindi oltre a correggere il tiro sul dollaro chi è rimasto fuori dai movimenti di azionario e oro ora può iniziare ad esporsi se pensa che questo mercato sia destinato a salire fino alle elezioni e oltre.
Per creare valore nei portafogli è fondamentale ottimizzare i movimenti anche all’interno di un trend.
Se invece il cambio euro-dollaro continuerà a scendere, e la struttura delle correlazioni si mantenesse stabile, questo significherebbe per gli asset rischiosi un sell-off (calo) prolungato e molto più profondo di quello visto finora. Uno scenario che potrebbe diventare tanto più probabile quanto più aleatorio l’esito delle elezioni americane del 3 Novembre. Ci sono poche cose che i mercati detestano come l’incertezza. E ciò spiega anche le performance recenti: una banca centrale prevedibile come mai prima d’ora.
Ma non c’è solo la struttura delle correlazioni da monitorare, ci sono anche i volumi e la volatilità delle singole asset class.
È affascinante osservare come un algoritmo ben tarato ci dia la chiave per far coincidere tutti i pezzi del puzzle. La bellezza della matematica e di un processo solido e ripetuto nel tempo è proprio questa: riportare ordine nell’apparente caos. Che si tratti di interpretare il moto degli astri o quello dei mercati.
La matematica è l’alfabeto nel quale Dio ha scritto l’universo.
Galileo Galilei