Il concetto di volatilità viene spesso frainteso. Se lo si affronta dal punto di vista di un trader può essere visto come un’opportunità di guadagno, se lo si affronta dal punto di vista di un investitore può apparire, a prima vista, come un fattore di rischio.
È utile notare che un mercato con pochissima volatilità, per quanto possa apparire relativamente sicuro, non offre certo grandi rendimenti. Volatilità e rendimento sono dunque due facce della stessa medaglia. La volatilità è una caratteristica intrinseca del mercato finanziario e deve essere utilizzata per creare rendimento.
Cosa si intende per volatilità di un titolo?
La volatilità di un titolo è essenzialmente una misura dell’incertezza relativamente ai rendimenti che il titolo può dare in futuro. Dal punto di vista matematico la volatilità viene definita come la deviazione standard dei rendimenti nel corso di un anno.
La deviazione standard misura la dispersione dei rendimenti attorno al valore medio. Se, ad esempio, i rendimenti giornalieri nel corso di un anno si allontanano molto dal rendimento giornaliero medio annuale il titolo avrà volatilità alta perché le deviazioni dalla media sono di entità rilevante.
Possiamo pensare alla volatilità di un titolo azionario come pensiamo alla vitalità di una persona.
I bambini sono molto vitali ma anche volatili nel loro comportamento: un momento corrono e saltano felici, il momento dopo piangono e si disperano. Gli anziani sono molto più stabili nel loro comportamento sia dal punto di vista emotivo che fisico, non ci attendiamo da loro grandi differenze di comportamento.
Proseguendo con l’analogia, i titoli azionari sono come i bambini, sono molto volatili. Indicativamente, la volatilità di un titolo azionario è compresa mediamente tra il 20% e il 50%.
Se un titolo ha una volatilità annua del 20%, misurata sulla base dei rendimenti passati, e ad oggi il valore di una azione è di 100 euro possiamo attenderci che nel corso del prossimo anno il prezzo possa variare del +20% o -20% e che quindi il prezzo possa andare a 80 o a 120 euro nel corso dell’anno. Ecco spiegato perché volatilità significa rischio ma anche rendimento. Se il titolo è volatile (vitale) può scendere (ma anche salire) molto.
Un fondo azionario o un ETF azionario è come un adulto maturo, meno volatile nel comportamento rispetto ad un bambino, perché le componenti di volatilità dei singoli titoli vengono ridotte dal beneficio di diversificazione; o ,in altri termini, dalla decorrelazione dei singoli titoli. La volatilità di un fondo azionario è normalmente compresa tra il 14% e il 18%.
Infine, un obbligazionario governativo è come una persona molto anziana: ci si aspettano pochi movimenti in un senso o nell’altro. La volatilità dell’obbligazionario governativo è compresa solitamente tra il 2% e il 6% con delle differenze che sono dovute alla durata delle obbligazioni.
Esistono strumenti per valutare rischio e volatilità del mercato azionario?
L’indice VIX (volatility index) misura in tempo reale le aspettative di volatilità sull’indice S&P500. In questo caso si tratta non di una misura di volatilità storica ma attesa, futura. Essa viene calcolata partendo dalla volatilità implicita nelle opzioni con scadenza a 30 giorni sull’indice S&P500.
Ma come facciamo a conoscere la volatilità futura?
Per stimare la volatilità attesa ci si basa sul prezzo delle opzioni, che, con buona approssimazione, è una stima accettabile della volatilità del mercato. Per effettuare il pricing di un’ opzione, infatti, i market makers, devono fare un ipotesi sulla volatilità che ci sarà in futuro essendo la volatilità una componente determinante del prezzo dell’opzione.
Il VIX viene utilizzato per capire se il livello di variabilità dei rendimenti sta salendo o scendendo in un determinato momento. Se il VIX sta salendo significa che il livello di incertezza sul futuro sta aumentando.
Volatilità e rischio: differenze e analogie
Talvolta capita che volatilità e rischio vengano confusi, ma non sono la stessa cosa. Il rischio viene comunemente definito dai gestori come la possibilità di perdita permanente di capitale. Dal punto di vista statistico esso è rappresentato dalla parte sinistra della distribuzione dei rendimenti: quella relativa alle perdite. Abbiamo detto che un titolo con volatilità del 20% può avere in un anno un rendimento del +20% o del -20%.
Ebbene il rischio è il materializzarsi del -20% combinato al nostro comportamento in quel momento, che significa uscire dal mercato e vendere il titolo proprio nel momento in cui si manifesta la parte negativa della volatilità.
Ecco perché, se non si è in grado di gestire il rischio, anche dal punto di vista psicologico, è consigliabile scegliere asset meno volatili. In tal modo diminuiscono le nostre probabilità di prendere decisioni sbagliate quando la volatilità ci rivela il suo lato peggiore.
Se devo valutare il rischio di un investimento la volatilità non è l’unica metrica valida. La volatilità rappresenta semplicemente la variabilità dei rendimenti attesi in futuro. Il rischio dipende dal materializzarsi dei rendimenti negativi e dalle scelte che vengono fatte in quel momento nell’ambito del portafoglio.
Fattori che influenzano la volatilità
Molteplici sono i fattori che contribuiscono ad influenzare la volatilità degli asset finanziari. Qui di seguito indichiamo i principali dal livello micro a quello macro.
- Performance aziendale, in termini di utili. Pensiamo alla variabilità negli utili; quando un’azienda ha movimenti altalenanti in termini di utili da un trimestre ad un altro aumenta l’incertezza futura, il titolo diventa meno prevedibile e quindi aumenta la volatilità.
- Eventi relativi alla vita dell’azienda. Ad esempio, le dimissioni del CEO dell’azienda. Un cambiamento alla guida significa un cambiamento di tipo straordinario che potrebbe influenzare in modo determinante gli utili futuri e di conseguenza il prezzo del titolo, ancora una volta si tratta di prevedibilità; un cambiamento della classe dirigente aumenta il grado di incertezza almeno fino a quando il mercato non si formi un’opinione sul nuovo team alla guida.
- Fattori legati al settore merceologico o all’industria. Alcune volte può capire che un’azienda faccia tutte le scelte corrette, ma che siano dei fattori esterni ad aumentare il grado di incertezza sugli utili futuri. Pensiamo ad esempio ai titoli del settore petrolifero, che sono oggetto di forte volatilità nel corso delle riunioni dell’Opec; o al Covid19, che ha avuto un impatto molto pesante sulle compagnie aree e in generale sul settore turistico.
- Fattori politici ed economici a livello nazionale. Poche cose penalizzano la performance di un titolo come un governo che fa scelte sbagliate. Per questo motivo i titoli Italiani hanno sottoperformato il resto del mondo negli ultimi vent’anni; perché il mercato ha giudicato, correttamente, che il contesto in cui le aziende italiane operano non le favorisce anzi le svantaggia. Da inizio 2001 ad oggi, Agosto 2021, l’indice DAX ha avuto una performance del 130% contro un -7% per il FTSE MIB nello stesso periodo.
- Fattori politici ed economici a livello internazionale. Ad un livello superiore rispetto a quello nazionale vi sono i fattori internazionali. In tempi recenti abbiamo assistito all’effetto sui prezzi dei listini azionari delle dichiarazioni, aggressive o distensive, di Donald Trump nei confronti della Cina. Una potenziale guerra commerciale, dei dazi, e una conseguente guerra valutaria avrebbe effetti profondi e significativi sulle aziende americane o cinesi e sul rapporto tra i due paesi così dipendenti l’uno dall’altro. Dichiarazioni forti hanno quindi l’effetto di aumentare il grado di incertezza che a sua volta aumenta la volatilità.
Tutti i fattori che aumentano il grado di incertezza futura, ad un livello piuttosto che ad un altro, hanno l’effetto di aumentare la volatilità.
Come gestire la volatilità di un investimento
Come detto, la volatilità non va vista necessariamente come un fattore negativo. La volatilità va gestita con strumenti adeguati:
- Diversificazione di portafoglio
- Strumenti di copertura
- Conoscenza della propria propensione al rischio
- Agire correttamente nei vari scenari di volatilità
Il livello di volatilità di un asset class, piuttosto che di un singolo titolo o settore, rappresenta una sorta di profilo altimetrico per l’evoluzione futura del prezzo. Più alta la volatilità piu dobbiamo attenderci discese repentine e salite mozzafiato.
Il corretto approccio in questo caso consiste nell’aggiustare lo stile gestionale alle caratteristiche dell’asset class o dello strumento e nell’effettuare le scelte corrette al momento opportuno: sappiamo che le discese non possono durare per sempre, e sappiamo che dopo le salite mozzafiato spesso iniziano gli altopiani o le fasi discesa.
Il corretto approccio è quindi quello di assegnare i giusti pesi alle asset class utilizzando come input la volatilità e sfruttare successivamente le varie fasi al rialzo o al ribasso per aggiungere o togliere peso assecondando la volatilità e non subendola.
Pro e contro della volatilità
Volatilità significa quindi variabilità che si traduce in possibilità di ottenere rendimenti molto alti o molto bassi, in ogni caso lontani dal valore attuale. Bassa volatilità significa minori perdite ma anche rendimenti positivi inferiori o bassi.
La volatilità può quindi essere anche un’opportunità.
Gestire un portafoglio d’investimento e il suo grado di volatilità non è un’operazione semplice. Servirsi dell’esperienza e delle competenze di una persona con decenni di esperienza alle spalle, in grado di calcolare correttamente volatilità e correlazioni, è il modo migliore di proteggere i tuoi risparmi e minimizzare il rischio.
Quando si parla di volatilità, il ruolo del gestore e del consulente finanziario indipendente è quindi duplice:
- Costruire il miglior portafoglio possibile, ossia massimizzare il rendimento potenziale per un determinato livello di volatilità;
- Consigliare e aiutare il cliente a gestire la volatilità che si manifesta nel corso del tempo in termini di decisioni.
Se desideri investire in maniera consapevole è quindi fondamentale l’assistenza di una professionista in grado di informati, senza alcun conflitto di interesse, sui migliori strumenti finanziari disponibili. In tal modo sarai in grado di fronteggiare un livello di rischio adeguato e potrai guardare alla volatilità come ad un’opportunità di accrescere il tuo patrimonio.