“La sicurezza nelle proprie scelte è indispensabile per aver successo nel mondo degli investimenti ma troppa sicurezza può essere letale”

Howard Marks, Investitore e gestore di portafoglio

In questo articolo vorrei soffermarmi su una logica molto particolare di cui sono testimone parlando con clienti, investitori e addetti ai lavori. Specialmente con gli addetti ai lavori che operano per le banche e le reti commerciali degli intermediari finanziari.

La logica è che questa sia una fase passeggera sui mercati, che si ritornerà a salire come sempre e che ha senso avere rischio in portafoglio. Comprare sui ribassi paga nel medio lungo periodo. Questa logica è frutto di uno degli esercizi più insidiosi a cui sono soggette le nostre menti davanti all’incertezza: assumere che il futuro sarà una copia del passato recente di cui abbiamo esperienza. Nella realtà questo è raramente il caso, specie quando si tratta di mercati. Il paragone più facile oggi, quello a cui pensiamo automaticamente, è quello con la crisi del 2008. Una discesa rapida e profonda ed un lungo rally rialzista durato dieci anni in cui le attività rischiose, in primis l’azionario, hanno reso molto.

Ragionare così è facile, chi parla di comprare azioni nel lungo periodo, comprare ad ogni ribasso del mercato, lo fa prendendo sempre a modello gli ultimi dieci anni o allargando ancora di più la prospettiva gli ultimi quarant’anni. C’è un fattore però che caratterizza gli ultimi dieci anni e gli ultimi quaranta: il trend dei tassi d’interesse era discendente. Si veda, nel grafico sottostante, il tasso a 10 anni sulle obbligazioni governative statunitensi.

Il nostro scenario di investimento prevalente oggi, quello a cui assegniamo maggiore probabilità, è che i prossimi dieci anni saranno molto diversi dagli ultimi dieci e che i prossimi quaranta radicalmente diversi dagli ultimi quaranta. Pensiamo ad un investitore che all’inizio degli anni ’80 basi le proprie decisioni di investimento guardando al periodo 1940 – 1980, o 1970 – 1980: i risultati sarebbero stati disastrosi. Perché? Perché alla fine degli anni ’70 c’e’ stato un cambiamento di paradigma, siamo passati da un mondo di tassi in crescita ad uno di tassi in calo. Strategie rivolte a comprare i ribassi dell’azionario nei quarant’anni di tassi in salita, 1946-1983, quelli necessari ad uscire dall’inflazione causata dalla repubblica di Weimar, hanno avuto performance negative, e di molto. Non possiamo quindi escludere di trovarci di fronte ad un cambiamento di paradigma, potrebbe essere la scelta più costosa di tutta la vita se si vuole preservare ed accrescere un patrimonio.    
  
Fa parte del nostro lavoro, parlo di noi gestori professionisti, capire in che fase del ciclo siamo e stimare quanto il vento sarà contrario o favorevole. Assumere sempre e costantemente che il futuro sarà una copia del passato è frutto di pigrizia e la pigrizia si paga cara in uno dei settori più competitivi al mondo. Quando verrà il momento della ripresa, tra 6 mesi o tra 6 anni nessuno può saperlo, ci sarà un’inversione del trend dei tassi. Le banche centrali dovranno invertire la rotta per proteggere il sistema dai rischi dell’inflazione. L’economia funziona a macro cicli proprio come le stagioni in natura. 

Estate e inverno. Crescita e recessione. 
Espansione e contrazione. 
Globalizzazione e Deglobalizzazione. 
Politica monetaria espansiva e restrittiva. Tassi al ribasso e tassi al rialzo.

È chiaro che il mondo sta cambiando paradigma politico, stiamo passando dalla globalizzazione alla deglobalizzazione come testimoniano le tensioni tra Cina e Stati Uniti o tra Gran Bretagna ed Europa e le conseguenti guerre commerciali. I cambiamenti politici spesso coincidono con i cambiamenti economici.

Investire in un mondo di tassi al rialzo significa investire in uno scenario a noi totalmente sconosciuto. Significa investire con il vento contro, un vento che se l’inflazione aumenta in maniera preoccupante potrebbe diventare una bufera. Tutti i grandi investitori dei nostri tempi, inclusi gli ottimisti come Warren Buffet, sono cauti come mai prima d’ora forse perché hanno intuito che potremmo essere arrivati al capolinea della fase ribassista dei tassi e rialzista per le attività rischiose. Sia per il lunghissimo periodo (40 anni) che per il lungo (12 anni). Il passaggio da una fase all’altra significa un nuovo mondo finanziario, un nuovo paradigma. 

Howard Marks, con la chiarezza e la logica ferrea che lo contraddistingue, lo ha spiegato meglio di tutti. Ecco cosa abbiamo oggi:

  • La pandemia più importante dai tempi della Spagnola (102 anni fa);
  • La contrazione economica più forte dai tempi della Grande Depressione (90 anni fa);
  • Il declino nei prezzi del petrolio più drammatico dell’era OPEC e probabilmente di sempre;
  • L’intervento delle Banche Centrali e dei Governi più massiccio di sempre.

Lo sviluppo futuro come sempre è incerto ma estrapolare previsioni basate sul passato prossimo quando la situazione è chiaramente molto diversa ci porta alla conclusione che avere certezza nei rendimenti passati equivale ad ignorare totalmente il contesto e credere ciecamente che il passato si ripeterà tale e quale. 

Nelle scorse settimane il mercato azionario ha continuato a muoversi in trading range, ossia in una banda ristretta, con l’indice S&P 500 che oscilla costantemente tra 2750 e 2950 da quasi un mese e mezzo (basta cliccare nel grafico sottostante per ingrandirlo).
Continuiamo ad assecondare le banche centrali utilizzando gli asset meno rischiosi ossia obbligazioni governative, metalli preziosi e valute forti. Una scelta che ha pagato e continua a pagare con l’oro che continua a salire inesorabilmente e che è oggi a +50% da quando ho iniziato a segnalarlo alla fine del 2018.

Vorrei concludere con la riflessione che, in questa fase, detenere liquidità in conto perché data l’incertezza “non si vogliono correre rischi” non significa assolutamente farlo. Significa avere esposizione all’euro, la moneta forse più debole del mondo sviluppato nella fase di deglobalizzazione in atto, e significa anche essere esposti ai rischi dell’inflazione che nei prossimi dieci anni potrebbero essere la forza dominante del mondo finanziario. Proteggersi dai venti avversi e prepararsi significa farlo oggi, ora. Prima che le cose accadano. La casa va costruita prima che arrivi la bufera.

A questo link trovate l’articolo di Howard Marks a cui faccio riferimento, vale la pena di leggerlo:

https://www.oaktreecapital.com/docs/default-source/memos/knowledge-of-the-future.pdf?sfvrsn=6

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RENATO VIERO, CFA

Fondatore e Direttore Investimenti

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