Nel nostro paese è in atto il più grande passaggio di ricchezza della storia.

Non si tratta di un incipit sensazionalistico ma di quanto emerge da uno studio dell’Associazione Italiana Private Banking secondo la quale in Italia entro il 2030 circa 2000 miliardi passeranno dalla vecchia generazione, quella dei Baby Boomers, alle nuove generazioni.

Si tratta di cifre davvero epocali e sarà fondamentale, per chi detiene patrimoni significativi, gestire le cose nel miglior modo dal punto di vista fiscale.

L’Italia, è bene ricordarlo, è un paradiso fiscale dal punto di vista successorio, con aliquote che variano dal 4% all’8% e che si applicano solo a patrimoni superiori al milione di euro, per i parenti in linea retta e coniugi, e di 100 mila euro nel caso dei fratelli. L’imposta di successione mediana nei paesi OCSE è vicina al 15% e in Germania, Spagna e Francia, per citare solo qualche esempio, si toccano punte massime del 30%, 34% e 45% rispettivamente. 

Alla luce di tutto ciò, è importante individuare gli strumenti migliori per sfruttare appieno i benefici offerti dalla nostra legislazione nella trasmissione del patrimonio da una generazione all’altra.

Strumenti finanziari esenti

In Italia, esistono vari strumenti che sono esenti da imposta di successione:

  1. I Titoli di stato italiani, europei, e più in generale di tutti i paesi nella c.d. white list e le obbligazioni di enti sovranazionali quali la BEI o World Bank;
  2. I Buoni fruttiferi postali e i PIR (piani individuali di risparmio);
  3. I Fondi Pensione;
  4. Le Polizze Assicurative con finalità di investimento come le gestioni separate, le unit-linked o le index-linked.

Vale la pena ricordare che tutti questi strumenti sono superflui nel caso in cui la successione riguardi il coniuge e i parenti in linea diretta (figli, genitori, nipoti) per un importo fino a 1M di €. Entro questa soglia, infatti, essi non pagheranno comunque alcuna imposta di successione. Superata questa soglia, sull’importo eccedente, essi pagheranno il 4%. Per cui se qualcuno propone una polizza per evitare l’imposta di successione ma l’importo è inferiore al milione di euro o non conosce la legge oppure non ci sta facendo un favore.

Imposta di successione

Le Banche propongono spesso polizze unit-linked (contenitori assicurativi che investono in fondi), facendo leva, tra le altre cose, su due fattori che ci interessano in questa sede:

  1. L’esenzione dall’imposta di successione garantita da questi prodotti;
  2. La velocità della liquidazione, se confrontata, per esempio, con un titolo di stato che, per quanto esente da imposta, segue i tempi della dichiarazione di successione.

Per quanto riguarda il primo punto, da un lato le banche “dimenticano” di dire che per un patrimonio inferiore a 1M di € non si pagherebbero comunque imposte di successione. Dall’altro, questi prodotti tolgono con una mano quello che promettono di dare con l’altra, avendo costi molto alti che le rendono poco efficienti e vantaggiose per chi le propone più che per il cliente.

Per quanto riguarda il secondo punto, l’idea è che l’erede potrebbe attingere ai fondi liquidati dalla compagnia assicurativa per pagare le imposte di successione, laddove con un titolo di stato dovrebbe pagare di tasca propria l’imposta di successione prima di vedersi liquidato ciò che gli spetta in eredità. Esiste, però, una soluzione alternativa per il genitore che voglia farsi carico, in vita, del costo del 4% dell’imposta di successione.

Pianificazione patrimoniale

Ecco una soluzione alternativa a quella offerta dalle banche tipica di un family office evoluto.

Ipotizziamo che un cliente abbia 6 milioni di patrimonio finanziario e 3 milioni di patrimonio immobiliare. L’imposta di successione del 4%, in linea retta genitori-figli, sull’intero asse ereditario (6 + 3 ­– 1 di franchigia) è pari a € 320.000 una tantum al decesso.

Se il cliente ascolta la Banca e sottoscrive una polizza unit-linked per l’intero patrimonio finanziario, avrà un costo di gestione dell’1.50% (più i sottostanti “inefficienti” che tralasciamo per semplicità di calcolo), pari a € 90.000 PER ANNO, a cui si aggiunge l’imposta di successione al decesso sul patrimonio immobiliare (che ovviamente non può essere inserito in polizza) del 4% UNA TANTUM, pari a € 80.000.

In alternativa, il cliente può stipulare un’assicurazione Temporanea Caso Morte (TCM) per un importo pari alla tassa di successione su 8 milioni di patrimonio totale, cioè i € 320.000 di cui sopra, cifra che verrà pagata dall’assicurazione agli eredi al decesso, evitando l’esborso di denaro proprio una delle motivazioni addotte dalle Banche a favore delle unit-linked e di altre polizze con finalità di investimento.

Il costo percentuale annuo della polizza TCM dipende da vari fattori, di cui il più importante è l’età. Per esempio, per un genitore di 65/70 anni siamo al 2% annuo, quindi € 6.400, una frazione rispetto ai € 90.000 di polizza.

Le TCM fissano, per contratto, un’età massima dell’assicurato a scadenza, che può arrivare fino a 90 anni. Che cosa succede se l’assicurato è particolarmente longevo? Il premio pagato per coprire l’imposta successoria risulterà in qualche modo “sprecato”. Tuttavia, ipotizziamo che il nostro cliente a 70 anni abbia stipulato una TCM con scadenza al 90esimo anno di età, e muoia all’età di 91 anni. In questo caso, il costo complessivo sarà stato del 2% per 21 anni, pari al 42% di 320.000 = 134.400. Se il cliente avesse invece stipulato una unit-linked per l’intero patrimonio finanziario, come consigliato dalla banca, il costo complessivo per i 21 anni sarebbe stato di € 1.890.000 a cui si sommeranno gli 80.000 degli immobili. È vero che la unit-linked dovrebbe avere un rendimento nel tempo sufficiente a coprire e, si spera, superare quel costo. Resta però il costo-opportunità di impiegare l’intero capitale in una unit-linked invece che in strumenti più efficienti, disperdendo così altrove ben più di quel 4% che si risparmia. In altre parole, per risparmiare quel 4% potrei pagare molto di più, in termini di costo-opportunità, scegliendo una unit-linked rispetto a una gestione più efficiente abbinata a una TCM. Cos’è il costo-opportunità? Si tratta della differenza di rendimento tra la gestione efficiente e quella di una unit-linked; differenze nell’ordine del 4%-5% annuo che se vengono proiettati nel lungo periodo e su cifre rilevanti rischiano di essere veramente enormi. Nell’ordine del 50%-70% dell’intero patrimonio tanto per capirci.

Conclusioni

Riassumendo, se il genitore vuole farsi carico in vita del costo del 4% dell’imposta successione, il sistema più efficiente ed economico non è la polizza unit-linked, ma una TCM di importo pari alla cifra stimata di imposta di successione.

Scegliendo questa soluzione si hanno una serie di vantaggi:

  • Assicurando esclusivamente il 4% corrispondente all’imposta, il costo per il genitore è di gran lunga minore rispetto a quanto pagherebbe mettendo l’intero patrimonio in una polizza con finalità di investimento.
  • Una TCM, al pari di una unit-linked, ha la forma contrattuale dell’assicurazione e perciò viene liquidata ai figli al verificarsi dell’evento. In questo modo, essi non sono costretti a pagare di tasca propria l’imposta di successione, come accadrebbe invece con uno strumento puramente finanziario esente da successione.
  • Separando il lato assicurativo da quello finanziario, si risparmia il costo-opportunità legato all’investimento tout court in una polizza unit-linked confrontato con quello in strumenti finanziari più efficienti.

L’analisi presentata in queste pagine fa emergere, ancora una volta, l’importanza di una consulenza finanziaria evoluta e soprattutto scevra da conflitti di interesse. Solo un consulente con decenni di esperienza e una profonda conoscenza della legislazione italiana e degli strumenti offerti sarà in grado di gestire le complessità e le specificità di patrimoni elevati. Nel contesto della pianificazione successoria, questo risulta di primaria importanza per non disperdere e “redistribuire” alle banche quello che la nostra generosa legislazione ci permette di trasmettere alla generazione successiva.

Se hai bisogno di una consulenza in merito alla gestione del passaggio generazionale contattaci.

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RENATO VIERO, CFA

Fondatore e Direttore Investimenti

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