La realtà è quella cosa che, anche se smetti di crederci, non svanisce.

Philip K. Dick

Cos’è reale?

In un mondo dominato dall’eccesso d’informazione, decontestualizza e parziale come nei social media, è sempre più difficile distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è.

Parliamo di una cosa reale: i dati. L’inflazione c’è, e non è transitoria. Si tratta del maggior tallone d’Achille dell’economia dai tempi della crisi Lehman ed è diventata ora un fenomeno globale.

Le banche centrali cercano di evitare in tutti i modi l’argomento, spostano l’attenzione altrove: il prossimo mandato negli Stati Uniti, il prossimo tecnocrate in Europa. Ciononostante, l’inflazione c’è e non è circoscritta ad alcuni beni specifici, essa colpisce il motore della crescita globale: l’energia.

Petrolio, ma anche gas naturale ed energia elettrica hanno tutti visto i loro prezzi salire verticalmente. Stessa sorte per le materie prime e i fattori produttivi.

Nella tabella allegata gli aumenti di prezzo

Chi per un bel po’ ha negato la crescita dell’inflazione, ora afferma che si tratta di un fenomeno transitorio, e spesso parla di “base effect”: i dati anno su anno sarebbero aumentati significativamente per via della pandemia che aveva depresso il sistema economico nel 2020 e il relativo dato. Se si trattasse solo di “base effect”, guardando i dati dei prezzi su un arco temporale di 5 anni non dovremmo notare un aumento così importante: energia e fattori produttivi sono aumentati mediamente del 90% rispetto a 5 anni fa.

La realtà non svanisce anche se smettiamo di crederci.

Nel mondo delle materie prime si dice che il petrolio non si può stampare.

Le banche centrali possono stampare valuta, le aziende possono emettere azioni e i governi obbligazioni. Ma le fonti energetiche non sono solo dei simboli nei listini di borsa o delle entità virtuali frutto dell’ingegneria finanziaria. Le fonti di energia e le materie prime vanno estratte, lavorate, trasportate. E quando scarseggiano la crescita rallenta, ed inizia la corsa all’accaparramento esacerbata dalle guerre dei dazi e da quelle valutarie. Il risultato finale è un aumento esponenziale dei prezzi. 

Come siamo potuti arrivare alla situazione attuale?

I motivi principali sono tre:

  1. Anni di sotto-investimenti nel settore energetico causati da prezzi bassi, che hanno messo in ginocchio i produttori, e una guerra politica e mediatica all’industria dei combustibili fossili;
  2. Un eccesso di politica monetaria e fiscale che ha guidato e sta guidando al rialzo i prezzi degli asset finanziari e produttivi;
  3. Il tema della sostenibilità ambientale che ha spinto verso fonti elettriche e rinnovabili un sistema produttivo non ancora pronto alla transizione.

Il prodotto interno lordo globale non è mai cresciuto velocemente come negli ultimi 40 anni, grazie all’innovazione tecnologica e ai combustibili fossili. Nessuna fonte energetica, ad eccezione del nucleare, ha la densità energetica dei combustibili fossili. Densità energetica significa più energia a parità di massa. Il passaggio da fonti che inquinano l’aria all’elettrico può essere fatto mantenendo il livello di efficienza produttiva attuale solo con l’energia nucleare. Ogni altro sistema significherebbe un drastico calo della produttività.

Senza dimenticare che anche tutte le fonti energetiche “rinnovabili” o “sostenibili” richiedono un ampio uso di energia e materie prime tradizionali per la messa in opera: basti pensare all’acciaio delle pale eoliche o ai componenti delle batterie elettriche. 

Sia chiaro, noi tutti ci rendiamo conto dell’importanza degli accordi sulle emissioni dei gas serra e del cambiamento necessario per salvaguardare il benessere delle generazioni future.

Ma c’è una netta differenza tra una seria pianificazione, in grado di portare un sistema economico alla transizione ed uno slogan pubblicitario e mediatico, il secondo senza il primo è un suicidio economico.

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RENATO VIERO, CFA

Fondatore e Direttore Investimenti

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