Il servizio di consulenza sulla gestione del proprio capitale non è un servizio come un altro: richiede grande fiducia tra consulente e cliente e, soprattutto, grande competenza ed esperienza da parte del consulente.

Uno dei nostri credo è “gestione dinamica, soluzioni su misura” – per ricordare che ogni portafoglio deve evolvere con chi lo possiede, non con le mode di mercato o con gli allarmismi del momento, e creato su misura dell’investitore.

Vediamo assieme alcuni consigli per scegliere il professionista giusto.

Il primo criterio è la remunerazione fee-only: il consulente indipendente viene pagato solo dal cliente, senza provvigioni occulte sui prodotti. Questo azzera i conflitti d’interesse e allinea gli interessi del consulente a quelli del cliente, che se non è soddisfatto della gestione può licenziare il proprio consulente senza intoppi burocratici e passare la gestione del portafoglio ad un nuovo consulente indipendente.

In Italia l’indipendenza è riconoscibile dall’iscrizione all’Albo OCF – sezione “consulenti autonomi”. Un rapido controllo sul registro pubblico confermerà se il professionista è un soggetto autorizzato, coperto da polizza RC e soggetto alla vigilanza Consob.

Un mandato scritto, chiaro sulla parcella, sui servizi inclusi e la frequenza dei report, completa la verifica: la trasparenza contrattuale rivela molto del rispetto che il consulente nutre per il cliente.

Un buon consulente finanziario non si limita ad indicare ETF o fondi da acquistare: analizza nel dettaglio il profilo del cliente, la sua storia patrimoniale, le sue aspettative ed esigenze, progetta un portafoglio in linea con tali bisogni, misura le performance e aggiusta il portafoglio ogni qualvolta subentra un cambiamento rilevante (del mercato o della situazione personale del cliente) . Il mondo dei mercati finanziari è molto complesso e la formazione in questo ambito è importante: una laurea in Economia ed eventuali specializzazioni in Finanza sono fondamentali. È da considerare anche la formazione continua e le certificazioni di enti terzi riconosciuti internazionalmente quali il CFA, Chartered Financial Analyst, o il CFP, Certified Financial Planner.

Un altro aspetto fondamentale è l’esperienza concreta che si accompagna alla capacità di tradurre dati complessi in decisioni. Un approccio che unisce analisi quantitativa e lettura macroeconomica minimizza la volatilità e le perdite nei periodi negativi. I consulenti finanziari indipendenti che hanno esperienza come gestori istituzionali hanno sicuramente una dimestichezza con i mercati finanziari che difficilmente può aver acquisito chi ha accumulato esperienza come promotore.

Consigliamo sempre di chiedere al futuro consulente esempi concreti di come ha gestito il  portafoglio in fasi di mercato opposte: il 2022 e il 2024 sono banchi di prova eloquenti. Se le risposte dovessero essere generiche bisogna fare attenzione: la competenza potrebbe essere più teorica che operativa.

Dietro ogni consulenza indipendente di qualità esiste un processo robusto: ricognizione completa del patrimonio (asset e passività), definizione del profilo di rischio reale, costruzione di un’asset allocation dinamica e monitoraggio continuo con report accurati e comprensibili. Ogni fase è documentata; ogni variazione va motivata e collegata agli obiettivi personali.

Questo approccio trasforma la volatilità di mercato in opportunità di ribilanciamento, non in motivo di ansia.

I numeri contano, ma da soli non bastano. Il consulente finanziario giusto protegge il capitale prima di inseguire il rendimento e coltiva una comunicazione professionale, autorevole e pragmatica.

Per noi questo si traduce in un dialogo continuo che si svolge su più livelli:

  • incontri one‑to‑one quando serve un confronto diretto;
  • newsletter riservate che decifrano le dinamiche di mercato con linguaggio chiaro;
  • pillole video nelle fasi più concitate e
  • approfondimenti di taglio accademico quando un tema merita analisi estese.

Il nostro tono resta sempre sobrio – niente lezioni ex cathedra – ma beneficia dei nostri contributi forniti tanto nelle aule universitarie quanto sulle principali testate economiche: un bagaglio che arricchisce la conversazione senza trasformarla in una lezione teorica.

Durante i primi incontri con il candidato consulente consigliamo di prestare attenzione a dettagli spesso sottovalutati:

  • la puntualità con cui si riceve documentazione pre‑contrattuale;
  • la chiarezza dei report;
  • la proporzione fra parcella e complessità del lavoro;
  • la disponibilità a incontri periodici, di persona o in digitale, per adattare la strategia quando la vita – o i mercati – cambiano;
  • l’accesso a canali di aggiornamento dedicati – newsletter, podcast e video briefing – che permettono di anticipare gli snodi macro più rilevanti;
  • la credibilità esterna testimoniata da incarichi didattici universitari e contributi alle principali pubblicazioni economiche, segnali di un rigore che va oltre la relazione commerciale.

Ogni piccolo segnale contribuisce a costruire o erodere la fiducia, l’unico capitale che non tollera “stop-loss”.

Scegliere il consulente finanziario indipendente giusto equivale a dotarsi di un paracadute finanziario: trasparenza, metodo e competenza convergono nella gestione del patrimonio del cliente.

I pilastri che utilizziamo per descriverci come consulenti – dinamismo di gestione, personalizzazione sartoriale, indipendenza fee-only – nascono proprio da questa esigenza duplice di protezione e crescita.

Se desideri scoprire come il nostro modello possa tradurre questi principi in risultati tangibili per te, la tua famiglia o la tua impresa, contattaci per un colloquio riservato. A volte basta una conversazione per trasformare la complessità dei mercati in una strategia chiara e, soprattutto, realmente tua.

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RENATO VIERO, CFA

Fondatore e Direttore Investimenti

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