Nel mondo degli investimenti, dopo aver assistito al fenomeno della “blockchain” nel 2017 e del metaverso nel 2021, l’anno 2023 ha visto una significativa attenzione da parte degli investitori nei confronti dell’intelligenza artificiale (AI dall’inglese Artificial Intelligence o IA Intelligenza Artificiale nella versione italiana) e del suo potenziale valore.

Secondo i rapporti, solo quest’anno sono state registrate oltre 1.000 menzioni di AI durante le trimestrali sugli utili delle società facenti parte dell’indice S&P 500.

Gradualmente l’intelligenza artificiale sta entrando in molti settori. Possiamo notarlo nelle notizie di ogni giorno, ma anche nel crescente interesse del mercato. I grandi player dell’innovazione mondiale stanno cercando di sviluppare queste nuove tecnologie per aumentare l’efficienza e la produttività delle imprese e, contemporaneamente, per generare nuove classi di prodotto. Di riflesso, crescono in maniera consistente anche gli investimenti nell’intelligenza artificiale.

Dal machine learning alla creazione di modelli predittivi, l’intelligenza artificiale si sviluppa in molteplici direzioni contemporaneamente. Non si tratta del futuro, ma del presente.  Facciamo alcuni esempi per capire meglio come l’intelligenza artificiale stia già cambiando la vita di ogni giorno.

Potremmo citare Alexa, l’assistente di Amazon in grado di riconoscere i comandi vocali; pensiamo a Netflix, che usa degli algoritmi che si adattano alle singole persone per consigliare il prossimo film o la prossima serie TV da vedere così come fa Spotify per la musica.

Molte aziende usano questa innovazione per offrire servizi automatici e dare forma al nostro futuro, un prodotto alla volta.

Per questo è interessante comprendere meglio di cosa stiamo parlando e perché, da investitori, dovremmo tenere d’occhio l’evoluzione di questo mercato per sapere come e quando investire nell’intelligenza artificiale.

Cos’è l’intelligenza artificiale

Quando si parla di intelligenza artificiale (sigla A.I. ossia Artificial Intelligence) ci si riferisce ad un insieme di programmi ed algoritmi che mirano a replicare l’intelligenza umana per svolgere compiti che abitualmente vengono svolti da persone. Questo concetto è stato introdotto a metà degli anni 50 del secolo scorso, ma solo negli ultimi due decenni c’è stata una impennata nelle possibilità tecniche di sviluppo di queste tecnologie.

L’intelligenza artificiale viene creata attraverso machine learning, un processo di addestramento che richiede una grande quantità di dati. Le informazioni vengono impiegate per fare inferenze su quello che potrebbe accadere in futuro o per migliorare la performance di un servizio.

Come le aziende usano l’intelligenza artificiale

L’attuale impiego dell’intelligenza artificiale è tuttora piuttosto limitato e circoscritto a sistemi specifici, ma è facile intuire che la robusta crescita tecnologica raggiungerà ben presto diversi settori dell’industria e del commercio, automatizzando determinati aspetti delle attività.

Alcuni esempi concreti di applicazione, distinti per settori:

  • Trasporti: General Motors, Google, BMW e Honda stanno lavorando allo sviluppo di auto a guida autonoma. L’idea è quella di sviluppare sistemi che contribuiscano a ridurre gli incidenti ed arrivare, in futuro, ad un veicolo che non richieda né volante, né pedali o patente di guida.
  • Sicurezza: Alcune aziende stanno sviluppando ed affinando progressivamente il riconoscimento facciale per identificare criminali in aree pubbliche o private.
  • Social media: Già oggi gli algoritmi di Facebook ed Instagram consigliano contenuti (sponsorizzati o no) sulla base delle nostre azioni o preferenze (consapevoli o meno). Questa funzione, per quanto appaia innocua, può anche condurre ad abusi come nel caso di Cambridge Analytica.
  • Finanza e sistema bancario: L’intelligenza artificiale sta trovando un ruolo crescente nella gestione automatizzata di operazioni di trading e nel campo della gestione del rischio.
  • Assistenza clienti: Negli ultimi anni gli assistenti virtuali sono spuntati ovunque. Partendo da Siri, presente sui molti prodotti a marchio Apple, fino agli odierni Alexa (Amazon) e Google Home (Google) che, grazie al riconoscimento vocale, interagiscono con le persone e gestiscono alcune operazioni automatiche in ambito domestico.

Alcuni analisti di International Data Corp. (IDC), una nota società di business intelligence americana, stimano che i ricavi a livello mondiale per il mercato dell’intelligenza artificiale toccheranno i 500 miliardi entro il 2024, un incremento annualizzato del 17,5% rispetto alla situazione attuale.

Questo dato lascia intuire anche quali potrebbero essere le potenzialità del settore per gli investitori. È quindi utile monitorare in ottica di investimento le evoluzioni di un settore in chiara espansione.

Come investire in intelligenza artificiale

Investire in intelligenza artificiale significa investire in aziende che sono all’avanguardia in termini di prodotto ma che, per esserlo, hanno speso moltissimo in termini di ricerca e sviluppo.

Si tratta quindi solitamente di titoli che hanno moltiplicatori (come il prezzo corretto per gli utili) molto alti e che hanno in alcuni casi cash flow negativi, sono azioni quindi relativamente “costose” rispetto alla media di mercato.

Lo stile growth e il settore tecnologico negli ultimi anni hanno trascinato al rialzo i mercati finanziari e sono diventati gli assoluti dominatori dei principali indici azionari in termini di capitalizzazione di mercato. Apple è stata la prima azienda a superare il trilione di dollari in termini di capitalizzazione di mercato. Le prime 5 aziende del principale indice azionario mondiale, l’S&P 500, sono ad oggi: Apple, Microsoft, Alphabet (Google), Amazon e Tesla. Tutti titoli di tipo growth, tutti molto esposti al tema intelligenza artificiale.


Cosa sono i moltiplicatori?

Sono definiti moltiplicatori, nel gergo finanziario, tutti quegli indicatori di tipo quantitativo che vengono utilizzati come metrica riassuntiva di quanto un titolo sia “costoso”. Prendiamo il più utilizzato in analisi fondamentale ossia il prezzo in rapporto agli utili, o prezzo corretto per gli utili (price earning in inglese). Viene ottenuto dal rapporto del prezzo per azione sull’utile per azione (l’utile degli ultimi dodici mesi diviso per il numero di azioni in circolazione).

Un rapporto prezzo-utili superiore a 20 viene considerato relativamente elevato e l’azione viene considerata “costosa”, ma perché? Significa che fermi restando gli altri fattori, al prezzo a cui stiamo pagando l’azienda oggi, dobbiamo incassare 20 anni di utili prima di rientrare del nostro investimento ed iniziare a guadagnare. Per questo i titoli con moltiplicatori molto alti vengono definiti di tipo growth : perché chi li compra prevede che gli utili continuino ad aumentare e che quindi di conseguenza lo farà anche il prezzo. Appartengono a questa categoria i titoli del settore tecnologico.


I moltiplicatori di alcune di queste aziende sono ai livelli più alti di sempre e una caratteristica dei titoli di tipo growth è quella di soffrire molto nelle fasi correttive del mercato azionario, specialmente in fasi di rialzo dei tassi. Infatti, prezzi e moltiplicatori molto alti sarebbero teoricamente giustificati dai tassi molto bassi (il costo del denaro). Rendimenti e rischio sono quindi relativamente più alti quando si parla di titoli esposti all’intelligenza artificiale.

Infine, occorre notare che, come accade in tutti i mercati rialzisti, ci sono dei temi che vengono adottati con entusiasmo dal mercato, entusiasmo che si trasforma in euforia verso la fine della tendenza rialzista. E come abbiamo visto in un recente articolo l’euforia è una delle fasi delle bolle speculative.

Ha senso oggi investire in intelligenza artificiale?

Intelligenza artificiale e investimenti: opportunità

Sfruttare le capacità dell’intelligenza artificiale ha un senso finanziario, come dimostrato dai risultati degli analisti: le aziende che hanno adottato l’AI generativa hanno offerto ai propri azionisti un rendimento giornaliero superiore del 0,4% rispetto a quelle con una minore esposizione a questa tecnologia nei mesi successivi al lancio di ChatGPT.

Meta, l’azienda che incorpora Facebook ed Instagram, ha recentemente presentato un nuovo modello di intelligenza artificiale multimodale chiamato ImageBind. Questo strumento è stato rilasciato come open source e, sebbene sia ancora nelle fasi iniziali, promette di consentire la creazione di scene e ambienti complessi a partire da uno o più input, come testo o immagini. Per esempio, se viene fornita un’immagine di una spiaggia, ImageBind è in grado di identificare il suono delle onde, creando così un’esperienza audiovisiva coinvolgente. Analogamente, se viene fornita una foto di una tigre insieme al suono di una cascata, il sistema può produrre un video che combina entrambi gli elementi, offrendo un risultato sinergico e immersivo.

Google sta colmando il ritardo rispetto ai competitor con il design di prodotti concreti integrando l’AI. Bard, l’equivalente di ChatGPT di Google, in Gmail, Docs e Sheets, semplifica il processo di utilizzo dell’AI generativa per gli utenti. L’AI sta passando da un problema “scientifico” a un problema di “design e marketing del prodotto”, e l’esperienza di Google in questi settori la posiziona bene nel panorama in evoluzione dell’AI. Un altro progetto interessante di Google è Starline, un hardware sperimentale per le riunioni in remoto che mira a creare un’esperienza realistica di telepresenza olografica. Starline consente alle persone di sentirsi fisicamente presenti con gli altri senza la necessità di visori o dispositivi di realtà virtuale. Sebbene il costo rappresenti ancora una sfida significativa per una diffusione più ampia, Google sta testando la tecnologia con vari partner.

Ricordiamo che lo sviluppo tecnologico è il principale driver di performance dei mercati nel lungo periodo.

Come investire dunque in intelligenza artificiale?

Modalità di investimenti in AI

Investimenti in azioni di società di AI:

Una delle modalità più dirette per investire nell’AI è l’acquisto di azioni di società quotate che operano in questo settore. Numerose aziende stanno sviluppando soluzioni di AI innovative e stanno guidando l’innovazione in diversi settori. Investire in azioni di queste società può offrire l’opportunità di partecipare alla crescita dell’AI.

Oltre ai già citati Meta e Google ricordiamo inoltre Nvidia che produce chip e processori molto utilizzati nelle operazioni di apprendimento dell’AI (questo spiega la performance recente del titolo), Amazon che sta sfruttando l’AI in molte aree del suo business e Microsoft che sta investendo in modo significativo nell’AI.

investimenti intelligenza artificiale
Performance del titolo Nvidia

ChatGPT invece è un modello di intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI, una società fondata nel 2015 e detenuta da un gruppo di azionisti, tra cui fondi di venture capital, investitori privati e fondi di investimento. Alcuni degli investitori più noti di OpenAI sono il fondo di Reid Hoffman (fondatore di LinkedIn) AI Fund, Khosla Ventures, Microsoft ed Elon Musk.

Come sempre però quando si parla di investimenti diretti è bene ricordare le regole sul come investire in azioni: una su tutte, diversificazione.

Fondi d’investimento dedicati all’AI:

Un’altra opzione per gli investitori interessati all’AI è considerare i fondi d’investimento specializzati in questa tecnologia.

Ci sono fondi che si concentrano esclusivamente sul settore dell’AI, investendo in una varietà di società che operano nell’ambito della ricerca, dello sviluppo e dell’applicazione dell’AI.

Questi fondi offrono diversificazione e l’opportunità di beneficiare dei risultati complessivi dell’industria dell’AI ma molto spesso si tratta di fondi di Venture Capital, inaccessibili quindi alla maggior parte degli investitori. Alcuni esempi dei più conosciuti oltre al già citato AI Fund che possiede OpenAI: Andreessen Horowitz, Sequoia Capital, NEA (New Enterprise Associates), Khosla Ventures.

ETF e intelligenza artificiale

Ci sono anche degli ETF quotati che si occupano di investimenti legati all’AI, per citarne alcuni: Vanguard Information Technology ETF, Global X Robotics & Artificial Intelligence ETF, iShares Robotics and Artificial Intelligence ETF, First Trust NASDAQ Artificial Intelligence and Robotics ETF. Questi ETF sono tutti quotati sul mercato americano e a causa della differente normativa non sono acquistabili dagli investitori retail europei. Ci sono tuttavia alcuni ETF Europei che sono specializzati in AI se sei interessato a conoscerli scrivimi.

Investimenti in settori correlati all’AI

L’AI ha il potenziale per impattare molteplici settori, come l’assistenza sanitaria (telemedicina), l’automotive, l’industria manifatturiera, il commercio al dettaglio e molti altri.

Gli investitori possono quindi investire in via indiretta in AI attraverso società che operano in settori correlati all’AI. Ad esempio, nel settore healthcare, le aziende che sviluppano soluzioni di diagnostica basate sull’AI potrebbero rappresentare un’opzione interessante. Un nome su tutti: GE Healthcare Technologies, una società spin off di General Electric.

Investimenti in startup dell’AI

Le startup rappresentano spesso un terreno fertile per investimenti ad alto potenziale nell’AI. Molte giovani aziende stanno emergendo con idee innovative e tecnologie rivoluzionarie nel campo dell’intelligenza artificiale. Investire in queste startup può offrire l’opportunità di essere parte integrante del loro successo iniziale e beneficiare del loro rapido sviluppo e crescita futura. In questo caso l’approccio è quello dell’investimento alternativo ed illiquido, con tutte le considerazioni del caso.

Investimenti in infrastrutture e piattaforme dell’AI:

Oltre alle società che sviluppano applicazioni di AI, esistono anche aziende che forniscono l’infrastruttura e le piattaforme necessarie per alimentare l’AI. Queste società forniscono servizi cloud, soluzioni di archiviazione dati, strumenti di sviluppo di AI una delle più conosciute in questo campo è Salesforce.

Conclusioni

Come nel caso di internet, della blockchain, del metaverso e di molti altri trend tecnologici la fase iniziale di accoglimento dell’idea da parte dei mercati vede una lievitazione dei prezzi forse eccessiva ed un ritmo di crescita difficilmente sostenibile nel lungo periodo.

Ma dopo una fase di sgonfiamento dell’euforia iniziale la fase di consolidamento va monitorata attentamente: è da quella che emergeranno i nomi che domineranno il mercato e che avranno le performance migliori nei listini di borsa (tutti usiamo Google, pochi Yahoo che dominava 20 anni fa).

Dal punto di vista degli investimenti l’intelligenza artificiale e il suo sviluppo non sono delle mode passeggere, come forse si sta rivelando essere la carne sintetica di cui tanto si parlava qualche anno fa; si tratta di innovazione e tecnologia: i motori dello sviluppo dei mercati azionari nel lungo termine.

Attenzione, dunque, a questo settore e agli sviluppi esponenziali che sta avendo, al suo interno potrebbero nascondersi le Apple e le Microsoft dei prossimi dieci anni.

Essere seguiti da un consulente finanziario indipendente permette di affacciarsi a mercati che si conoscono parzialmente senza perdere l’opportunità di investire; con la tranquillità di una guida professionale che sappia consigliare la corretta asset allocation in base ai propri obiettivi finanziari.

Se vuoi scegliere consapevolmente i tuoi prossimi investimenti prenota una chiamata.

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RENATO VIERO, CFA

Fondatore e Direttore Investimenti

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