In questo post offriamo un semplice approfondimento su uno dei concetti più utili da scoprire in ambito finanziario: l’interesse composto. Partiamo da una citazione attribuita ad Albert Einstein: “L’interesse composto è come l’ottava meraviglia del mondo. Chi lo comprende, lo guadagna, chi non lo capisce, lo paga”. Uno spunto interessante per intraprendere un percorso mirato a capire cos’è l’interesse composto, come differisce dall’interesse semplice e che opportunità (e rischi) nasconde.
Cos’è l’interesse composto?
L’interesse composto è l’interesse su un prestito o un deposito che si basa sul capitale inziale investito e sull’interesse accumulato nei precedenti periodi. Per semplificare ulteriormente potremmo dire che è l’interesse sul capitale e anche sull’interesse maturato dall’inizio dell’investimento.
Se dovessimo usare un’immagine potremmo pensare all’interesse composto come ad una palla di neve che rotola dalla cima di una montagna. Con l’avanzare del tempo la palla di neve diventa progressivamente sempre più grande poiché alla massa inziale si aggiunge altra neve, accumulata lungo la strada percorsa.
Un esempio numerico può aiutarci ulteriormente a cogliere gli effetti dell’interesse composto. Supponiamo di investire al tempo zero € 100.000 euro con una scadenza di 20 anni ad un tasso di interesse annuo pari al 7%. Al termine di ciascun anno decidiamo di reinvestire la rendita maturata sommandola al capitale iniziale. Nella tabella che segue osserviamo la variazione e l’effetto finale.
Dopo 20 anni, otterrò la somma complessiva di € 386.968. Supponendo una frequenza di composizione annua, ossia reinvestendo una volta all’anno gli interessi maturati nel corso dell’anno. Un 7% all’anno è sufficiente a quadruplicare il nostro patrimonio iniziale nel corso di 20 anni.
Il 7% non è stato scelto a caso, è il tasso di crescita del lungo periodo del mercato azionario. Nel corso di uno dei prossimi video esplorerò con un ospite d’eccellenza proprio questo assunto di base, così fondamentale per tutta l’industria del risparmio gestito e per il mondo degli investimenti in generale.
Interesse semplice e interesse composto: un confronto
L’interesse semplice comporta che la rendita sia calcolata sull’investimento inziale e che non sia reinvestita nel periodo temporale successivo. Per cui, riprendendo l’esempio precedente, l’investimento di € 100.000 al 7% produrrà € 7.000 e, dopo vent’anni, avrò ottenuto semplicemente € 7.000 x 20= € 140.000 che andranno a sommarsi ai € 100.000 inziali per un totale di € 240.000 anziché di € 386.968 offerti dall’interesse composto.
Prima di effettuare un investimento o di contrarre un debito è quindi necessario chiarire, oltre ogni possibile dubbio, quale tipologia di interesse verrà impiegata.
Ma come tradurre la matematica in termini pratici?
Nel caso dell’interesse semplice è come se un investitore una volta incassati gli interessi del proprio investimento al termine di ciascun anno li depositasse in un conto liquidità e il suo capitale, su cui verranno calcolati gli interessi l’anno successivo, restasse invariato a € 100.000.
Nel caso dell’interesse composto è come se ogni anno i suddetti interessi venissero aggiunti al capitale iniziale che aumenterà di anno in anno, nell’esempio precedente il capitale all’inizio dell’ultimo anno, il ventesimo, su cui verrà calcolato il 7% sarà pari a € 361.652 e non pari a € 100.000. Gli interessi dell’ultimo anno saranno quindi pari a € 25.315 (€ 361.652 x 7%) e non pari € 7.000.
Perché quando si parla dell’investimento nel mercato azionario si parla di interesse composto?
Ipotizzando un determinato tasso di crescita, il suddetto 7% storico alla base di molti modelli finanziari, in una società quotata come ad esempio Apple è come ipotizzare che gli utili della società e il prezzo del titolo aumentino del 7% all’anno. Un’ipotesi del tutto realistica e in molti casi conservativa.
Ciò significa che il nostro investimento iniziale crescerà al 7% all’anno come l’azienda, ma calcolato con la metodologia dell’interesse composto con una frequenza di composizione continua, ossia più alta rispetto a quella annuale dell’esempio; ciò porterà un risultato finale ancora più alto per il nostro investimento. “Frequenza di composizione continua” significa che ad ogni istante successivo gli interessi vengono sommati al capitale rispetto all’istante precedente (e non solo una volta all’anno). L’aspetto grafico di una funzione matematica del genere è quello di una crescita esponenziale (esattamente come per la palla di neve che rotola dalla montagna).
Capire l’interesse composto
Quando si calcola l’interesse composto, è necessario comprendere alcuni fattori chiave. Ognuno degli elementi considerati può svolgere un ruolo rilevante al concorrere del risultato finale. Capire l’interesse composto significa avere chiaro l’effetto di ciascuna delle seguenti variabili:
- Tasso di interesse: è il tasso che definisce la rendita o il debito. Al crescere del tasso di interesse crescono anche i soldi che vengono guadagnati o quelli che si dovranno pagare.
- Capitale iniziale: rappresenta il punto di partenza da cui tutto si sviluppa.
- Frequenza di composizione: si tratta del numero di volte all’anno in cui gli interessi vengono distribuiti (e reinvestiti). L’interesse maturato può essere reinvestito su base annuale, mensile o giornaliera. Questo elemento influisce significativamente sulla velocità con sui cresce l’investimento (o il debito, in caso di prestito).
- Durata: Ovviamente tanto più a lungo si lascia il capitale investito e si prosegue a reinvestire l’interesse, tanto più crescerà la rendita.
- Ulteriori depositi o prelievi: Se, ad esempio, si decide di aumentare il capitale iniziale con un apporto di liquidità. La stessa logica vale anche in caso di prestito, valutando eventuali prelievi successivi rispetto a quello originario.
Pro e contro dell’interesse composto
L’interesse composto offre risultati diversi a seconda della posizione da cui lo si osserva. Se una persona dispone di liquidità e decide di investirla, l’interesse composto può essere il famoso “miracolo” della citazione iniziale. Se una persona non dispone di liquidità e necessità di un prestito, allora può diventare un incubo. Allo stesso modo l’inflazione che erode inesorabilmente il capitale con la logica inversa a quella vista nell’esempio precedente può velocemente portare a perdite ingenti in termini di potere d’acquisto.
L’interesse composto aiuta gli investitori e i risparmiatori a far crescere l’importo originale più velocemente perché la crescita è di tipo esponenziale. Un esempio pratico: la continua accumulazione dei rendimenti è la ragione per cui un piano di investimento con contributi e rendimenti in linea al mercato e senza costi eccessivi, nel lungo termine, può trasformarsi in un patrimonio considerevole.
Gli svantaggi dell’interesse composto riguardano principalmente il debito. Prendere a prestito denaro ad un tasso di interesse elevato o mancare i pagamenti può portare molto rapidamente ad una crescita drammatica dell’importo dovuto. Un prestito gestibile può diventare rapidamente impossibile da onorare. Un evento che, in più di un’occasione, ha portato alla caduta di aziende e persino al default alcuni paesi.
Come trarre beneficio dall’interesse composto
Iniziare a investire il prima possibile
Il potere di comporre gli interessi viene dal tempo. Più a lungo il denaro viene fatto “lavorare” nei mercati finanziari, più gli interessi possono maturare.
All’opposto più tempo i soldi rimangono inattivi sul conto, più può verificarsi la perdita di potere d’acquisto se il tasso di inflazione è alto. Con un tasso d’inflazione all’8% come quello attuale (a tutti gli effetti un interesse composto negativo sulla liquidità) in soli 8 anni si perde il 50% del proprio patrimonio “reale”.
Controllare il rendimento percentuale annuo (APY)
Con l’acronimo APY (Annual Percentage Yield) si ottiene il tasso di rendimento effettivo che verrà guadagnato in un anno se l’interesse è composto. Come anticipato, non va confuso con l’interesse semplice. Una corretta comparazione tra rendimenti percentuali annui offre la migliore prospettiva per un investimento.
Controlla la frequenza di composizione
L’ APY è importante, ma non è l’unica cosa che conta. Bisogna considerare anche la frequenza con cui vien composto l’interesse. Maggiore è la frequenza con cui l’interesse è composto, meglio è. Quando si confrontano due opzioni di investimento con lo stesso tasso di interesse, quello con una composizione più frequente può generare un rendimento più elevato, il che significa che può pagare più interessi sullo stesso saldo del conto. La frequenza più alta in assoluto è quella continua, offerta dagli investimenti nel mercato azionario.
Conclusioni
Gli investimenti che producono interessi composti e continui del patrimonio hanno due facce:
- da una parte servono a farci capire l’importanza dell’investire dove c’è crescita ossia dove il saggio d’interesse è alto, fra tutti il mercato azionario, come sanno bene gli investitori oltreoceano;
- dall’altra, la formula dell’interesse composto viene utilizzata da intermediari finanziari e consulenti senza un solido processo d’investimenti come una sorta di regola aurea per investire senza sbagliare.
È bene fare chiarezza: investire nel tempo e iniziare presto è fondamentale, ma ciò non significa che bisogna compare ogni ribasso (buy the dip) come si sono abituati a fare tutti gli investitori retail negli ultimi 10 anni. Anche se la crescita tendenziale di lungo periodo è positiva ci possono essere molte fasi del mercato in cui ciò non avviene.
La finanza non è come la fisica, non ci sono regole immutabili. Per ottenere il rendimento migliore controllando il rischio, anche se le aspettative sono quelle di crescita continua futura, è bene considerare il contesto macroeconomico e il momento attuale ed utilizzare un processo di asset allocation dinamica focalizzato sulla protezione del patrimonio nelle fasi negative come quella che stiamo attraversando ora.