L’affrancamento fiscale è un modo efficace per pagare meno tasse sui propri investimenti.
Grazie all’approvazione della legge di Bilancio 2023 è possibile risparmiare sulle plusvalenze maturate sui propri investimenti pagando a tutti gli effetti meno imposte.
Cos’è l’affrancamento fiscale 2023
L’affrancamento fiscale 2023 è un trattamento fiscale favorevole rispetto al regime ordinario che è possibile applicare a tutte le plusvalenze maturate su:
- Fondi Comuni – Tassazione al 14% anziché al 26%
- Sicav – Tassazione al 14% anziché al 26%
- ETF – Tassazione al 14% anziché al 26%
- Azioni – Tassazione al 16% anziché al 26%
- Polizze di ramo I e V – Tassazione al 14% anziché al 26%
Gli strumenti devono essere detenuti al 31/12/2022 e viene considerato il prezzo a questa data come ipotetico prezzo di vendita su cui calcolare la plusvalenza (ad eccezione dei titoli azionari per i quali va calcolato il prezzo medio a dicembre 2022).
Ricordiamo che la plusvalenza rappresenta il reddito derivante dalla differenza tra valore di vendita e valore di acquisto; se tale valore è negativo si parla di minusvalenza e non sono dovute imposte ma si può utilizzare tale minusvalenza per pagare meno tasse in futuro, ne parlo anche nell’articolo “Certificates cosa sono e come funzionano”
Per le polizze va notato che in caso venga richiesto l’affrancamento non è possibile chiedere il riscatto prima del 1 gennaio 2025.
Affrancamento fiscale 2023 quando conviene
L’affrancamento conviene se si hanno posizioni negli strumenti indicati in precedenza con rilevanti plusvalenze non realizzate e se si vuole vendere tali strumenti.
Ad esempio se abbiamo dei fondi di lunga data in portafoglio e vogliamo venderli per passare ad una gestione in ETF meno costosa allora l’affrancamento offre un interessante opportunità per liquidare le posizioni pagando meno tasse.
Affrancamento e ETF
Se invece abbiamo una plusvalenza maturata in ETF o Fondi che vogliamo mantenere in portafoglio per il lungo periodo l’affrancamento potrebbe non essere la scelta migliore soprattutto in caso di calo dei mercati futuro: andremmo a pagare imposte su redditi non realizzati e soggetti a potenziali cali futuri.
Diversamente se pensiamo che i mercati continuino a salire e che tra 10 anni le quotazioni saranno ancora più alte l’affrancamento permette di ridurre la tassazione futura anticipando la parte di plusvalenza non realizzata maturata dall’acquisto a dicembre 2022.
Se fondi, ETF e polizze detengono titoli di stato in tal caso la plusvalenza potrebbe essere tassata al 12,5% e quindi l’affrancamento non sarebbe conveniente. Tali casistiche vanno valutate caso per caso con l’intermediario emittente e con il proprio consulente finanziario di fiducia.
Come richiedere l’affrancamento
L’affrancamento 2023 va optato entro il 30 giugno 2023 comunicandolo al proprio intermediario, banca o assicurazione, e l’imposta andrà pagata entro settembre 2023.
Se hai bisogno di ulteriori informazioni sull’affrancamento fiscale 2023 e vuoi capire se può essere interessante per te richiedi un appuntamento o scrivici possiamo aiutarti in qualità di consulenti finanziari indipendenti.